Gianluigi Paragone
Dura requisitoria di Gianluigi Paragone in un video postato sulla sua pagina Facebook. Non risparmia (quasi) nessuno in materia di Mes.
L’irriverente, «costituzionalmente ribelle», così ama definirsi, Gianluigi Paragone, smonta tutte le difese di Conte e Gualtieri in materia di Mes. E se la prende anche con il quotidiano “Repubblica”, reo di attaccare gratuitamente i 5 stelle e in particolare il leader Di Maio, che in realtà – afferma Paragone – “sta solo facendo quello che aveva promesso ai suoi elettori nel contratto pre elezioni, riformare il Mes“.
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Paragone sceglie la sua pagina Facebook per chiarire un pò le idee sul Meccanismo Europeo di Stabilità. “Ieri Repubblica – dice in un video sui social – ha titolato: così salta tutto, sottinteso: Di Maio non fare i capricci e non facciamo saltare la ‘nostra’ creatura”. Perchè “nostra” è facile da capire visto l’orientamento politico di Repubblica. Una creatura del Pd. “Perchè non dicono – continua Paragone – che il Pd è rientrato in gioco nonostante la sconfitta alle elezioni, proprio grazie al Mes?”. “Oggi invece – prosegue – titola: ne resterà solo uno. Uno tra Conte e Di Maio ovviamente”. E domenica scorsa? – si chiede ancora l’ex conduttore de La Gabbia – il titolo del quotidiano era: Di Maio fermati! E se ancora non bastasse – dice – oggi il Corriere scrive: Conte attacca, gelo con Di Maio”. Paragone poi cerca di andare al punto, alla chiave della discordia. “Dunque è Di Maio il problema di tutto? – afferma nel video – vorrà tornare con la Lega come affermano i maligni? La realtà – continua il giornalista – è che Di Maio non si è mai spostato dalle sue posizioni, diceva che il Mes andava liquidato perchè se persino l’ex salva stati aveva fallito con la Grecia, e i 5 stelle erano contrari, come possono non essere contrari ad una riforma che invece di essere migliore è peggiorativa? Di Maio parlava di questo nel contartto elettorale con i cittadini ed è rimasto fedele a quell’idea”.
Poi il senatore grillino sposta le sue “attenzioni” sul ministro dell’Economia e Finanze, Gualtieri. “Già a Bruxelles Il piddino aveva scritto il primo Mes – afferma con ironia – quindi non è un politico dell’ultima ora come molto lo dipingono, ma un politico navigato. Il problema – continua Paragone nel suo video su Facebook – è che nei primi mesi nessuno ne parlava di Gualtieri e il Mes, oggi invece è un fatto da prima pagina. Sapete che vi dico – dichiara – qui si vuole nascondere un accrocchio economico facendolo passare per un progetto politico” Poi Paragone rincara la dose: “Il Mes non rappresenta nulla di politico ma solo finanziario, non c’è nulla per i cittadini ma solo per chi ci lavora nel Mes”. Volete qualche numero? – chiede ai suoi affezionati il giornalista – articolo 35: per i componenti del Mes è prevista l’immunità penale, civile e amministrativa. Articolo 32: immunità anche per i beni e il patrimonio. Altri numeri – continua – 14,3 miliardi pagati al Mes e 125,4 ancora da versare”. Poi l’acuto finale Di Gianluigi Paragone: “nel Mes lavorano 179 persone – dice – sapete quanto guadagna il direttore? 324 mila euro l’anno più benefit, a fronte dei 190 della Merkel. Sapete quanto guadagna il personale direttivo? – chiede nel video – dai 64 mila ai 167 annuali. E gli ausiliari? Dai 22 ai 122 all’anno”. Questo non è un fondo salva stati – conclude – ma un fondo sfascia stati!”
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