Delitto Sacchi, Princi non parla con gli inquirenti. Il legale: “E’scosso”

Si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio a Regina Coeli. E’lui la chiave dell’omicidio? L’avvocato spiega: “E’addolorato, così come i suoi genitori”

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Non ha risposto alle domande degli inquirenti Giovanni Princi, l’amico di Luca Sacchi che avrebbe gestito la compravendita di droga con Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, il pusher di San Basilio. Il giovane si trova adesso in carcere a Regina Coeli: è accusato di aver tentato di comprare la sostanza stupefacente dai due la sera del 23 ottobre. A parlare soltanto il legale del 25enne. “Princi è addolorato per la morte del suo amico Luca Sacchi al quale era legatissimo. Per lui è stata una vicenda dolorosissima. So che anche i genitori di Princi, con i quali ho parlato, sono sconvolti per quanto accaduto. Il mio assistito è scosso. Ora valuteremo il ricorso al Riesame dopo avere letto tutti gli atti”.

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Sarebbe lui la chiave per giungere alla verità. E resta da capire il ruolo della stessa Anastasiya Kylemnyk nella vicenda, ma anche i legami con il giro di spaccio di San Basilio, e soprattutto la provenienza dei 70mila euro usati per comprare la marijuana. La ragazza sarà interrogata domani.

Inquirenti concentrati sui 70 mila euro spuntati per l’acquisto della droga

Giovanni Princi e Anastasiya Kylemnyk da dove hanno preso i soldi per comprare la droga? Gli inquirenti insistono su questo punto. In ballo non ci sono cifre irrisorie, ma ben 70mila euro in contanti, tutti divisi in mazzette da 20 e 50 euro. Sembra improbabile che ragazzi di giovanissima età, estranei a giri criminali, possano disporre di una tale quantità di denaro. Il punto cardine per giungere alla verità sembrerebbe essere proprio il giro di denaro insolito.

Princi ha scelto di non rispondere all’interrogatorio. Se da un lato il suo è un diritto garantito dalla legge, dall’altro appare poco trascurabile un dettaglio: la non volontà di ricostruire la vicenda sull’amico scomparso.

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