L’ex segretario del Partito Democratico interviene ancora una volta a difesa della sua fondazione politica.
Matteo Renzi torna a parlare dell’inchiesta del settimanale “L’Espresso”riguardante la fondazione Open, intervenendo al Teatro delle Celebrazioni a Bologna davanti ad un folto pubblico di sostenitori : “Se pensano di farmi indietreggiare – ha dichiarato l’ex leader del Pd – non hanno capito con chi hanno a che fare, noi non si lascia, si raddoppia”.
“Rivendico il diritto e il dovere – ha continuato Renzi – davanti ai miei figli di essere considerato una persona perbene , quelli che continuano a mettere in discussione il mio nome saranno perseguiti uno a uno, colpo su colpo. Io sono uno che ai magistrati si rivolge, direi una volta la settimana – ha ribadito il politico toscano – con querele e denunce di azioni civili, perché sono uno dei pochi che crede nella giustizia”.
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“Siamo in presenza di un fatto politico enorme – spiega l’ex sindaco di Firenze – perché la magistratura non decide cos’è un partito e cosa no, rispetto l’autonomia e l’indipendenza della magistratura ma chiedo rispetto per l’autonomia e l’indipendenza della politica”.
In merito alle altre vicende delle fondazione Open,sempre legate a quanto emerso dall’inchiesta dei giorni scorsi del settimanale “L’Espresso”, Renzi ha poi ribadito che “I bilanci sono in ordine, siamo libri aperti non abbiamo niente da temere”, definendo l’indagine “un’operazione fatta per criminalizzare chi dà soldi alle fondazioni politiche. In questa indagine – continua – non c’è una discussione su cosa sia un finanziamento illecito, la tesi, che mi lascia molto preoccupato per il gioco democratico, è che la magistratura fiorentina pretenda di dire cosa sia un partito e cosa no”.
Dopo aver preso in considerazione altri numerosi temi riguardanti l’attuale momento politico del paese, politico e non solo, il leader di Italia viva si è detto contro l’emendamento proposto da Liberi e Uguali, sulla cosiddetta norma spazzacorrotti: “Ai compagni di Liberi e Uguali- ha dichiarato – diciamo non siamo d’accordo con voi, questo emendamento, si vota contro; non permettiamo di fare i moralisti contro di noi e poi fare gli emendamenti di nascosto. Sono convinto – ha concluso Renzi – che anche Zanda starà con noi”.
Il riferimento a Zanda nasce dalla dichiarazione del tesoriere Pd circa le posizioni dell’attuale leader di Italia Viva circa il conflitto d’interesse quando raccoglieva fondi per la Fondazione quando era alla guida del partito.