Uccise la fidanzata, si suicida dopo la condanna in appello. Francesco Mazzega non ha retto al dolore dopo la sentenza della Corte d’Appello che gli ha confermato la condanna a 30 anni
Francesco Mazzega, condannato a 30 anni per la morte di Nadia Orlando, si è tolto la vita. L’uomo è stato trovato morto ieri sera nel giardino della sua abitazione, in Friuli, dove era agli arresti domiciliari. Venerdì in appello era stata confermata la condanna di primo grado.
Il 31 luglio 2017 Mazzega vagò con il cadavere della fidanzata in auto per tutta la notte. Venerdì era stata confermata la sua condanna in appello.
Francesco Mazzega, condannato a 30 anni per la morte di Nadia Orlando, si è suicidato. L’uomo,38 anni, è stato trovato morto sabato sera nel giardino della sua abitazione, in Friuli, dove era agli arresti domiciliari. Venerdì in appello era stata confermata la condanna di primo grado. Mazzega si è impiccato poco dopo le 22, dopo aver cenato con la famiglia. Vani i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori che hanno provato a salvarlo per quaranta minuti. Dopo la sentenza di conferma della pena, l’uomo era tornato a casa dei genitori, a Muzzana del Turgnano, con il braccialetto elettronico. Sono stati i parenti a fare la macabra scoperta. I giudici avevano deciso per gli arresti domiciliari proprio per evitare la possibilità di un insano gesto in carcere. E nei prossimi giorni i magistrati si sarebbero dovuti esprimere sulla richiesta di fargli scontare la pena in prigione. “Non merito perdono. Ho paura anche a chiederlo, vista la gravità di quanto fatto”: così si era espresso Mazzega in una dichiarazione spontanea resa prima che la Corte d’Assise d’Appello di Trieste si ritirasse in camera di consiglio per decidere se confermare o riformare la sentenza di condanna pronunciata in primo grado nei suoi confronti dal Gup del tribunale di Udine. Mazzega aveva ribadito ancora una volta di non riuscire a capacitarsi di quanto aveva fatto e di non sapere come poteva essere accaduto. Aveva aggiunto di non riuscire nemmeno a sentir pronunciare più il suo nome associato a un fatto tanto grave. L’uomo aveva annunciato anche l’intenzione di ricorrere in Cassazione. Continuava a chiedersi il perchè aveva ucciso l’amore della sua vita: Nadia Orlando.
L’omicidio della fidanzata, il vagare con l’auto e il cadavere di Nadia sul sedile, la confessione, il carcere e la protesta dei detenuti. Fino al suicidio
Nadia Orlando, di Vidulis di Dignano (Udine), aveva 21 anni quando fu uccisa a pochi passi da casa la sera del 31 luglio 2017 da Mazzega: “Temo di aver commesso un omicidio”. Con queste parole, Francesco Mazzega si consegnava agli agenti Polstrada di Palmanova, con il cadavere della sua fidanzata sul sedile della sua auto. Fu portato in carcere ma poi fu trasferito a Pordenone. Al trasferimento hanno contribuito anche le proteste scoppiate all’interno del carcere udinese di via Spalato. I detenuti, infatti, appresa dai tg la notizia che i giudici del Riesame avevano concesso a Mazzega i domiciliari con il braccialetto elettronico, avevano espresso il loro disappunto con una rumorosa protesta che è andata avanti fino a tarda sera.
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Francesco e Nadia, 37 anni lui e 21 lei, si erano conosciuti nell’azienda dove lavoravano a San Daniele del Friuli, la Lima. Lui aveva studiato all’università di Trieste, mentre lei aveva studiato allo Zanon di Udine, entrambi erano due ragazzi con la testa sulle spalle. Escono insieme, sono una coppia innamorata e felice per la maggior parte di quelli che li conoscono, ma quando Nadia vuole chiudere la storia, Francesco diventa un uomo ossessivo. Per questo motivo, ma non solo per questo, dopo due anni di frequentazione Nadia comincia ad accarezzare l’idea di ricominciare da sola un nuovo di percorso di vita.
Il tragico epilogo e una giovane vita spezzata
La sera del 31 luglio 2017, Nadia Orlando sale in auto con Francesco per andare a fare un giro. Sarebbe stata per lei l’occasione di parlargli ancora una volta delle sue esigenze e di fargli finalmente capire che era arrivato il momento che le loro strade si dividessero. Lui passa a prenderla dai suoi genitori e si dirige in auto in zona del Tagliamento. Francesco si ferma sul greto del fiume, la discussione con Nadia diventa animata, lui è avvelenato per come lei lo ha trattato alla sagra di Vidulis due giorni prima, davanti alle amiche; lei invece, è ormai stanca di discutere e vuole solo troncare quella relazione. Nessuno, se non Mazzega, sa esattamente cosa accada in quei secondi prima che lui metta le mani intorno al collo spegnendo la vita di Nadia.
Dopo aver ucciso la ragazza, Mazzega fa ripartire l’auto e comincia a vagare senza meta. Accanto a lui, sul sedile del passeggero con la cintura ancora agganciata c’è il cadavere di Nadia. Francesco guida per ora sulle strade della provincia arrivando fino in Slovenia prima di consegnarsi.