Tutta Italia ha conosciuto Avetrana. Era il 26 agosto 2010 quando Sarah Scazzi scompariva nel nulla, nel suo piccolo paesino della provincia di Taranto. Pochi mesi dopo verrà ritrovata in un pozzo. Per il suo omicidio saranno condannate sua zia e la sua migliore amica, sua cugina ed il famoso Zio Michele Misseri, che negli ultimi anni è perfino diventato oggetto di scherno, e preferito da molti fumettisti improvvisati. Oggi per loro si starebbero per aprire le porte del carcere.
Per un momento fermati e immagina di essere una madre, un fratello, un amico, di una persona che è stata brutalmente assassinata.
Ci sei riuscito? Immagina, ora, che dopo mesi di menzogne e falsi depistaggi la legge sia riuscita ad assicurare le assassine alla giustizia. In una parola: l’ergastolo. Nessuno ti ridarà mai la persona che hai amato ma vivi con la certezza che le condizioni di vita delle sue assassine siano limitate, vivi sapendo che non avranno un futuro; o almeno questo è ciò che ti immagini.
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In Italia tutto questo non è possibile. L’ordinamento penitenziario (articolo 54) prevede che per ogni 6 mesi di buona condotta un condannato in via definitiva gli vengano defalcati 45 giorni di liberazione anticipata.
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Pertanto, con l’utilizzo della norma dei giorni di buona condotta, 8 anni possono di fatto diventare 10, e 16 anni, diventare come 20 anni di pena espiata. L’Ordinamento Penitenziario, prevede a chi ha espiato dieci anni di carcere, di poter accedere ai benefici dei permessi premio (art. 30 L. n. 354 del 26/07/1975). Quindi Sabrina e Cosima potranno, uscire dal carcere per concessione del Magistrato di Sorveglianza di Taranto, da 3 ai 15 giorni consecutivi, essere libere e frequentare i propri affetti. La legge Italiana lo stabilisce nelle proprie leggi ed anche Sabrina Misseri e Cosima Serrano potranno usufruire di tale beneficio.
Ad appena 10 anni dal delitto che sconvolse l’Italia intera le condannate all’egastolo definitivo di Sarah Scazzi potrebbero uscire dal carcere.
Sono passati appena 2 anni dalla condanna definitiva, da quelle parole che pesano come macigni: «condannate per le modalità commissive del delitto» e la «fredda pianificazione d’una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità».
Sono passati 3382 giorni e poche ore dal momento in cui Sarah è stata strangolata, caricata in macchina e lasciata affondare in un pozzo eppure presto le porte del carcere si potrebbero aprire per le condannate al suo omicidio. Ora puoi smettere di immaginare: fra poco potrebbe diventare realtà.
Articolo 27 del Codice Penale Italiano:”…Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. La decisione spetta ai giudici, non all’opinione pubblica.