Il 1 giugno 2001 ad Arce scompare Serena Mollicone, due giorni dopo viene trovata morta. A 18 anni di distanza i colpevoli sono ancora in circolazione; ma cosa è successo davvero quella mattina di inizio estate?
È il 1 giugno del 2001: ad Arce, piccola cittadina in provincia di Frosinone, fa un caldo tremendo. Sono le 14:00 e Serena Mollicone, una studentessa prossima alla maturità non è ancora tornata a casa. Il tempo passa, c’è qualcosa che non va. Dovrebbe già essere nella sua stanza da tempo. Le forze dell’ordine vengono allertate, iniziano le ricerche. È il 3 giugno 2001: una giovane studentessa dell’ultimo anno del liceo sociopsicopedagogico “Vincenzo Gioberti” di Sora viene trovata morta, è Serena.
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Delitto di Arce: una morte sospetta riapre il caso
Un anno dopo la procura di Cassino finalmente iscrive un nome nel registro degli indagati: si tratta del carrozziere Carmine Belli di Rocca d’Arce che, secondo il contenuto di un biglietto, quel 1 giugno 2001 doveva incontrarsi con Serena. La pista però si rivela inconcludente: il carrozziere processato risulterà innocente. La svolta arriva nel 2008 quando con la pistola d’ordinanza, si uccide nella sua Fiat Marea Week-End il carabiniere di Arce Santino Tuzi. Il giorno prima aveva testimoniato in procura che Serena quel maledetto 1 giugno era stata in caserma e che non l’aveva mai vista uscire. Il suo suicidio desta più di un sospetto.
I sospettati del Delitto di Serena Mollicone
Nel 2011 vengono indagati con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere l’ex maresciallo Franco Mottola, sua moglie e suo figlio Marco. Il delitto si sarebbe compiuto all’interno della caserma dei carabinieri per ragioni inerenti allo smercio di droga.
Il movente dell’omicidio di Arce
Secondo quanto riportato dal padre di Serena: “Quel terribile primo giugno 2001 – ha dichiarato Guglielmo Mollicone- io non sapevo che Serena aveva deciso di andare nella caserma dei carabinieri di Arce per denunciare lo spaccio di droga che all’epoca caratterizzava il nostro paese. Se me lo avesse detto l’avrei consigliata diversamente: le avrei detto di andare in un’altra caserma e non nella tana del lupo. Ho sempre sostenuto che Serena fu uccisa nella caserma dei carabinieri di Arce e i fatti recenti mi stanno dando ragione. In precedenza con mia figlia avevamo parlato di questa spiacevole situazione e lei era disgustata da quello che succedeva e soprattutto dal fatto che nessuno prendeva provvedimenti: né la caserma dei carabinieri, né la parrocchia, né il Comune. Peraltro, Serena era amica di Marco, il figlio del maresciallo Mottola, visto che avevano fatto insieme le scuole medie. Il loro rapporto di amicizia si deteriorò nel momento in cui Marco cominciò a far uso di sostanze stupefacenti e a spacciare droga. Serena cercò di farlo ravvedere, ma, evidentemente lui decise di continuare sulla strada della perdizione”. La verità sulla storia della fine di Serena Mollicone è vicina, ma i colpevoli non sono ancora stati condannati.