Corruzione in Vaticano, Papa Francesco condanna l’acquisto del palazzo nel cuore di Londra con i soldi delle elemosine a San Pietro. “Pentola scoperchiata dall’interno”.
Sul volo di ritorno dal suo viaggio in Giappone, Papa Francesco parla dello scandalo economico che ha investito il Vaticano. Ovvero il caso del palazzo acquistato nel cuore di Londra dal finanziere Raffaele Mincione con i soldi delle elemosine dei fedeli versati all’Obolo di San Pietro.
“È la prima volta che in Vaticano la pentola viene scoperchiata da dentro non da fuori“, queste le parole del Papa sull’aereo di ritorno da Tokyo. Che poi continua: “Il Revisore ha avuto il coraggio di fare una denuncia scritta contro cinque persone. C’è presunzione di corruzione“, dice il Pontefice sottolineando però che la denuncia “non è venuta da fuori”.
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Bergoglio ha anche riferito che “a breve cominceranno gli interrogatori“. Papa Francesco ha detto che il Revisore lo aveva informato che “c’era qualcosa che non funzionava“, aggiungendo poi di averlo invitato a fare “denuncia al Promotore giustizia“. “Ho firmato le autorizzazioni per le perquisizioni. È stata fatta la perquisizione in cinque uffici, e al giorno di oggi sebbene ci sia la presunzione di innocenza – ha raccontato il Pontefice ai giornalisti – ci sono i capitali che non sono amministrati bene, e c’è anche corruzione. Credo che in meno di un mese ci saranno gli interrogatori delle cinque persone che sono state bloccate perché c’erano indizi di corruzione.
Lei potrà dirmi – dice Bergoglio rivolgendosi ad uno dei giornalisti – ma questi cinque sono corrotti? No, la presunzione è una garanzia per tutti, un diritto umano, ma c’è corruzione e si vede. Con le perquisizioni si vedrà se sono colpevoli o no“.
E per quel che riguarda il palazzo acquistato a Londra con i soldi dell’Obolo di San Pietro, Bergoglio ammette: “Hanno fatto cose che non sembrano pulite“. Investire il denaro fa parte della “buona amministrazione” mentre non lo è “mettere i soldi in un cassetto“.
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L’Autorità di Informazione Finanziaria (Aif) del Vaticano è sospettata di non aver fatto il suo dovere: ovvero controllare. “Il direttore dell’Aif è sospeso perché c’erano dei sospetti di non buona amministrazione“, ha detto il Papa ai giornalisti di ritorno da Tokyo.
Non è mancata anche una forte critica ai vertici dell’organismo di antiriciclaggio interno: “Il presidente dell’Aif (René Brulhart, ndr) – che si è dimesso e verrà sostituito nelle prossime ore – ha fatto forza con il gruppo Egmont (il coordinamento informale delle Autorità antiriciclaggio, ndr) per riprendere la documentazione“. Il controllo spetta però a Moneyval, l’organismo di controllo finanziario del Consiglio d’Europa. “L’ispezione. L’ha programmata per i primi mesi dell’anno prossimo e la farà“, conclude Papa Francesco.
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