Matteo Renzi contrario ad andare al voto adesso. Il leader di Italia Viva definisce “autolesionista” la decisione del Pd di andare alle urne. “Significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri”.
Matteo Renzi respinge fermamente l’ipotesi di andare alle urne, caldeggiata dal Pd. Il leader di Italia Viva in un’intervista al Corriere della Sera sostiene che andare a votare oggi significherebbe darla vinta a Matteo Salvini, regalandogli “il Paese, il Quirinale, i pieni poteri”.
Che Matteo Renzi sia in disaccordo con il Pd non è un fatto nuovo. Stavolta al centro delle critiche la decisione di andare alle urne. “Noi siamo nati pronti e non ci fa paura nulla”, ma se “questa sia la decisione autolesionista di parte del gruppo dirigente del Pd”, il leader di Italia Viva tuttavia non crede che sia anche “l’interesse degli elettori del Pd, oltre che dei cittadini italiani”. “Faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista” aggiunge. “Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà”.
Ma al di là del problema elezioni, secondo Matteo Renzi bisogna puntare sull’economia. “I ministri noi li aiutiamo, non li sostituiamo. Ma soprattutto vogliamo aiutare il Paese. La situazione italiana è seria: la crescita zero fa male alle aziende e fa crescere il rapporto debito/Pil”.
La proposta di Matteo Renzi per risanare l’economia italiana parte dal suo piano da 120 miliardi di euro “che sono fermi nei cassetti”. Come sbloccarli? “Attraverso l’utilizzo di procedure straordinarie, come abbiamo fatto a Milano con l’Expo” assicura Renzi. Il modello Expo ha rilanciato Milano, il modello Expo può rilanciare l’Italia. Ma non c’è un secondo da perdere, serve uno shock. Con noi il Pil cresceva, adesso è a zero. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi».
E ancora: sull’emergenza maltempo che sta attanagliando l’Italia: “La prima cosa che ha fatto il mio governo è stata creare una unità di missione contro il rischio di dissesto idrogeologico. La prima cosa che ha fatto il governo gialloverde è stata chiudere questa struttura. Qualcosa vorrà pur dire. Noi proponiamo di rilanciarla adesso. Perché se gli interventi già finanziati fossero stati conclusi non avremmo avuto i danni di questi giorni, a cominciare da Venezia col Mose” accusa. “Non è vero che il Mose non serve a niente. Chi lo dice parla senza cognizione di causa” afferma. “Le opere pubbliche servono. Anziché discutere invano della loro utilità, io dico: finiamole! Servono, danno lavoro, finiamole!”.
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