Respinto il ricorso dell’ex terrorista Cesare Battisti all’ordinanza della Corte di assise d’appello di Milano. L’ergastolo è confermato dalla Cassazione che nega, come in precedenza, la commutazione in 30 anni di pena.
E’ di stamani la sentenza della prima sezione penale della Corte di Cassazione che respinge il ricorso presentato dall’ex terrorista Cesare Battisti, assistito dall’ avvocato Davide Steccanella. Sessantacinque anni, membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo e scrittore di romanzi noir, Battisti è stato condannato in contumacia all’ergastolo negli anni Ottanta per quattro omicidi: quello del maresciallo Antonio Santoro e dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinati nel 1978. E quelli del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi nel 1979.
Cesare Battisti è sfuggito alla condanna del Tribunale per ben 37 anni trovando rifugio in Francia, in Brasile e in America latina. Ha condotto una vita abbastanza “normale” formandosi una famiglia e lavorando come scrittore, grazie ad alcune leggi dei Governi di quegli Stati che lo proteggevano. E’ stato riportato alla Giustizia italiana solo nel 2109, quando è caduto nella rete degli investigatori in Bolivia, dove è stato catturato, dopo varie trattative fra Governo italiano e Governo brasiliano.
Dichiaratosi sempre innocente, Battisti nel marzo 2019 ha ammesso la sua colpevolezza davanti al pm Alberto Nobili, titolare del pool antiterrorismo della Procura di Milano. Pronunciando parole di scusa e di pentimento, ha dichiarato: “la lotta armata ha impedito lo sviluppo della rivoluzione culturale, sociale e politica nata nel ’68”.
Il 17 maggio scorso, ha presentato una richiesta di sconto sulla pena, contro la decisione che lo condannava all’ergastolo. Perché, come ha spiegato il suo avvocato in un’intervista, “Lui deve scontare il dovuto ma non vedo perché debba essere sottoposto a un trattamento diverso rispetto agli altri detenuti”.
Il ricorso è stato però respinto, in quanto ha sollevato questioni che, secondo la Suprema Corte, “concernevano la persistente efficacia dell’accordo di commutazione della pena stipulato tra le Autorità italiane e brasiliane, in vista dell’estradizione dal Brasile, poi non avvenuta, nonché la legittimità della procedura culminata nell’espulsione del condannato dalla Bolivia”. Una motivazione burocratica, quindi che ha dato valide motivazioni alla Corte di Cassazione. Il Tribunale ha decisamente confermato la precedente decisione del Corte di assise di appello. Battisti resta al momento ancora detenuto nel carcere di massima sicurezza di Oristano continuando a scontare la pena dell’ergastolo a vita.
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