Pensioni, rivalutazione assegni e 14esima: ecco come il governo correggerà la manovra

Difficile ignorare i sindacati, dopo la manifestazione pro-pensionati in piazza al Circo Massimo “Invisibili no! Siamo sedici milioni”. Il Governo cerca mediazioni per le richieste delle sigle sindacali, che contestano in particolare la mini-rivalutazione aggiuntiva delle pensioni.

Per placare le ire dei sindacati, che lamentano un aumento “di nemmeno 50 centesimi” legato alla mini-rivalutazione aggiuntiva delle pensioni tra le tre e le quattro volte il trattamento minimo, il Governo ha in serbo una serie di emendamenti per correggere il capitolo previdenziale presente in manovra.

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Potenziamento per assegni fino a cinque volte il minimo

Sul tavolo sono vari gli interventi: una prima ipotesi prevede un potenziamento dell’adeguamento all’inflazione per gli assegni fino a cinque volte minimo (all’incirca tra i 1.500 e i 2.500 euro mensili).Si punterebbe alla crescita per questa fascia, cui attualmente viene riconosciuta una percentuale al 77%.

Allargamento platea quattordicesima

Ma non mancano altre riforme: si pensa a un allargamento della platea di pensionati che incassano la quattordicesima e a un aumento della dotazione del Fondo per l’autosufficienza, proposta quest’ultima molto a cuore ai sindacati. L’ideale sarebbe l’elaborazione di una legge quadro che intervenga sull’uniformazione dei meccanismi di assistenza nelle regioni italiane.

 

Riforma pensioni: nterventi sull’Ape sociale

Si potrebbe intervenire anche sull’Ape sociale, strumento a tutela di precoci, usuranti e gravosi, che secondo i sindacati andrebbe rafforzato.

Controversa la Quota 100

Controversa la discussione sulla Quota 100: il M5s è contrario a grosse correzioni alla misura che permette di andare in pensione con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi. Ma è possibile che le finestre in uscita si riducano da due a una soltanto.

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