Ilva al capolinea: Arcelor Mittal comunica spegnimento altiforni. Sindacati: “La situazione sta precipitando”. Aziende indotto:”Arcelor Mittal deve corrispondere 50 milioni ad aziende fornitrici. Non siamo in condizioni pagare dipendenti”.
Sempre più incerto il futuro dell’ex Ilva di Taranto. “Se ancora non fosse chiaro la situazione sta precipitando in un quadro sempre più drammatico che non consente ulteriori tatticismi della politica”: così il segretario generale della Fim Cisl, la Federazione Italiana Metalmeccanici, Marco Bentivogli, sul caso di Arcelor Mittal. La società multinazionale minaccia di abbandonare le sorti dell’acciaeria di Taranto, mentre le Rappresentanze sindacali unitarie “hanno chiesto in che prospettive ci si muove e se intendono fare dichiarazioni di esuberi, discussione che l’azienda ha rinviato al tavolo di domani”.
Arcelor Mittal comunica spegnimento altiforni
E c’è da aspettarsi il peggio, considerando che l’amministratrice delegata di Arcelor Mittal, Lucia Morselli, ha comunicato lo stop degli impianti nel corso di un incontro con i sindacati. Morselli ha detto che il 12 dicembre sarà spento l’altoforno numero due, seguirà l’altoforno 4 il 30 dicembre e infine l’altoforno 1 il 15 gennaio. Nel frattempo saranno spenti anche vari altri impianti essenziali per la produzione.
Arcelor Mittal “ha gettato la maschera”
“Questo piano”, commenta ancora Bentivogli, “modifica sostanzialmente le previsioni Aia”, questione sulla quale “l’azienda si confronterà con il Ministero dell’Ambiente”.
Per Rocco Palombella, segretario generale della UILM, con questo annuncio ArcelorMittal ha «gettato la maschera», rivelando la sua intenzione di abbandonare l’impianto e lasciarlo in una condizione che lo renda impossibile da utilizzare per un possibile concorrente. “Che ArcelorMittal resti a Taranto sino a maggio ma con gli impianti fermi” ha nessuna produzione e col personale riconsegnato alle aziende da cui è arrivato” ha affermato “non ha alcun senso”. “Se deve far morire la fabbrica, a questo punto è meglio che vada via prima, altroché”.
Il presidio delle aziende dell’ indotto
Oggi è stato tenuto un presidio da parte delle aziende dell’indotto di Arcelor Mittal davanti al ministero dello Sviluppo economico, dove una delegazione guidata dal presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, ha incontrato il ministro Stefano Patuanelli al quale è stata consegnata una lettera: “Lo stesso documento sarà portato all’attenzione, nella stessa giornata, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte».
Debiti con aziende fornitrici
“ArcelorMittal Italia sta lasciando lo stabilimento di Taranto senza aver pagato le aziende dell’indotto” denuncia Confindustria Taranto. La società avrebbe lasciato lo stabilimento, senza aver corrisposto alle stesse aziende fornitrici l’ammontare dei crediti maturati, pari a circa 50 milioni di euro. “La conclusione – aggiungono gli imprenditori – è che “non siamo nelle condizioni di garantire il pagamento degli stipendi dei nostri dipendenti”. Al momento del passaggio dell’Ilva all’amministrazione straordinaria, le aziende dell’indotto avrebbero già sacrificato 150 milioni di euro.