Undici persone sono state arrestate dalla Polizia di Roma con l’accusa di portare in Italia dalla Nigeria ragazze anche minorenni per farle prostituire. La banda operava in zona Togliatti, nella periferia est della Capitale.
La Squadra Mobile di Roma ha proceduto ad eseguire 11 misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I destinatari di questi provvedimenti, a quanto racconta l’Agi, sono tutti nigeriani responsabili a vario titolo dei reati di tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù. Le loro vittime erano donne ma anche – secondo quanto riferito dall’Ansa – ragazze minorenni del loro stesso Paese di origine che venivano fatte arrivare in Italia per esercitare la prostituzione.
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Gli investigatori sono riusciti a ricostruire tutto il percorso di questa tragica odissea subita da ragazze che in certi casi sono poco più che bambine. La storia comincia appunto in Nigeria dove le giovani donne vengono reclutate, certo non con la notizia che saranno destinate a diventare prostitute. Vengono allettate con promesse di un futuro migliore per loro e per la famiglia, e spesso vengono anche strappate con forzature basandosi sulle difficili condizioni in cui vivono, e magari con la violenza e l’intimidazione.
A quel punto comincia il lungo e faticoso viaggio a bordo di bus o camion che hanno per destinazione la Libia. Qui vengono gestite dai trafficanti di persone fino all’imbarco su barconi che dalle coste libiche tentano la traversata verso l’Italia. Giunte da noi hanno precise istruzioni su come comportarsi: devono fuggire dai centri di accoglienza e raggiungere le donne chiamate “ghost mommy”, cioè coloro che hanno il compito di avviarle alla prostituzione per conto della banda. In particolare l’inchiesta che ha condotto a questi arresti riguarda una banda che esercita la prostituzione nella zona di via Palmiro Togliatti, alla periferia est di Roma.
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Il fenomeno della prostituzione di ragazze nigeriane anche giovanissime è molto diffuso e giudicato preoccupante. Esse sono tenute in schiavitù con la violenza, con il ritiro del passaporto, con le minacce alle famiglie e anche con quelli che ritengono riti magici. In passato – come aveva riportato Fides – il Presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos, aveva affermato che “L’80 per cento delle ragazze nigeriane che arrivano in Italia è vittima di traffico sessuale”. Secondo i suoi dati, “Ogni anno nella sola Africa centinaia di migliaia di persone sono vittime della tratta degli esseri umani. Il 79% del numero totale delle vittime sono sfruttate sessualmente, la maggior parte sono donne; il restante 21% sono costrette al lavoro forzato, per la maggior parte sono maschi”. “Il fatto più sconvolgente – aveva continuato mons. Haigama – è che in alcune parti dell’Africa Occidentale (dove si trova la Nigeria, ndr) la maggior parte delle vittime della tratta sono addirittura bambini al di sotto dei 18 anni”.