Confiscati ville, auto di lusso e terreni per 1,3 milioni di euro al clan Di Silvio-Spada. Continua la “Life Rocking” che vide nel 2012 l’arresto di molti membri del clan per traffico di stupefacenti
I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone, hanno eseguito come disposto dal Tribunale di Frosinone, la confisca di beni e di ingenti risorse finanziarie del clan Spada, a seguito di una lunga attività investigativa di polizia giudiziaria condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, e dopo ulteriori investigazioni svolte sotto il profilo economico-finanziario.
Sono state inoltre applicate sette misure di sicurezza della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, nei confronti di altrettanti esponenti di spicco delle note famiglie di etnia rom Di Silvio-Spada di Frosinone.
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Mirati accertamenti bancari e patrimoniali nelle investigazioni della Polizia Economico-Finanziaria, che hanno permesso, come da provvedimento del Tribunale di Frosinone, la ricostruzione dell’evolversi del patrimonio di mobili e immobili acquisiti nell’ultimo ventennio dai due clan. Evidenze rilevate e dichiarazioni di redditi molto sbilanciate tra loro, profilo criminale e pericolosità sociale marcatamente individuati dalle Autorità giudiziarie, che hanno proceduto con la confisca delle risorse finanziarie e dei beni immobili già sottoposti a sequestro di prevenzione nel luglio dello scorso anno dalle Fiamme Gialle ciociare.
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In concordanza con il nuovo Codice Antimafia, pertanto, il Tribunale di Frosinone-Sezione Misure di Prevenzione ha emesso un provvedimento per cui sono stati sottoposti a confisca l’ingente patrimonio illecitamente accumulato, che si compone di 3 ville di pregio, 2 immobili e 2 terreni, ubicati a Frosinone, Ferentino e Terracina, nonché 12 autoveicoli alcuni dei quali di lusso, conti correnti ed altre ricchezze, per un valore di 1,3 milioni di euro, ora proprietà dello Stato.
Coronamento della “Life Rocking”, operazione di arresto di numerosi componenti delle due famiglie nel 2012, con annessi fiancheggiatori. L’accusa, quella di essere a capo di un ingente traffico di stupefacenti nella città di Frosinone, dove molti giovani della provincia ciociara erano i loro acquirenti abituali.