E’ allarme acqua alta a Venezia. Stamattina la città si è svegliata sommersa dall’acqua alta con quota 127 centimetri. Danni alla basilica di San Marco
E’ allarme acqua alta a Venezia, dove stamattina l’acqua ha invaso il nartece della Basilica di San Marco, di almeno 70 centimetri. Ci sono stati danni ai mattoni e alle colonne dell’edificio. E non solo: sommersi anche i marmi che erano stati sostituiti da poco. Intanto – stando alla procuratoria di San Marco, pare che l’allagamento di oggi della Basilica abbia solo cinque precedenti in tutta la sua storia.
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Storia iniziata nel IX secolo con il doge Giustiniano Partecipazio che la fece costruire per custodire le spoglie di San Marco evangelista. E’ accaduto sei volte dunque in 1.200 anni. L’allarme però riguarda il fatto che di queste alluvioni, tre si sono verificate negli ultimi 20 anni. L’ultima – in ordine di tempo – è accaduta il 30 ottobre 2018. In questa data infatti, l’acqua invase, per alcune decine di metri quadri, il millenario pavimento a mosaico marmoreo, che si trova di fronte all’altare della Madonna Nicopeia. E ancora: inondò completamente il Battistero e la Cappella Zen, sommergendolo ben 90 cm sopra il pavimento mosaicato del Nartece e bagnando anche i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne, i marmi.
Come ha spiegato a La Repubblica l’ingegnere Pierpaolo Campostrini, Procuratore della Basilica, che ha lanciato l’allarme: “Noi cerchiamo di limitare il danno – ha detto Campostrini – nel senso che non abbiamo sistemi di difesa quando l’acqua è così alta, se non parziali in alcune zone, ad esempio nella cappella Zen con paratie mobili; abbiamo altri strumenti di difesa passiva con paratoie che sono state spostate e adeguate, e con pompe in funzione. Però questo è largamente insufficiente – ha ribadito quando l’acqua è a quell’altezza”.
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E poi ha aggiunto che: “Per quanto riguarda il nartece, l’allagamento genera danni per capillarità nei mattoni – ha chiarito l’ingegnere Campostrini – l’acqua sale più in alto, quindi non possiamo che ribadire che i danni ci sono. Un terremoto o un crollo di un edificio sono evidenti, ma un’invasione mareale ripetuta come questa accresce il danno che è subdolo, perché nascosto. L’acqua va via ed evapora, ma il sale rimane dentro”.
Intanto per la notte è previsto un nuovo picco: “il Proto starà in Basilica con le nostre maestranze finché l’acqua non scende – ha precisato l’ingegnere – Le previsioni hanno una loro incertezza, le cose potrebbero andare meglio ma anche peggio, quindi il monitoraggio visivo deve essere continuo. Faremo quel che possiamo fare in attesa che lo Stato adempia alle sue promesse, il che vuol dire il Mose e l’impermeabilizzazione della piazza”.
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