Bimbo con malattia rara a Torino, i genitori lo abbandonano in ospedale. Ha già superato la fase critiche e ora qualcuno si è offerto di accudirlo.
È nato con la fecondazione eterologa, ma appena venuto al mondo gli è stata diagnosticata una rara malattia. Lui si chiama Giovannino ed ha 4 mesi. Attualmente è ricoverato all’ospedale ostetrico-ginecologico Sant’Anna di Torino. Il motivo? È affetto da una rarissima e al momento incurabile patologia della pelle, la Ittiosi Arlecchino. Cosa che ha spinto i genitori ad abbandonarlo dopo la nascita.
Il piccolo – come si legge oggi sul quotidiano La Stampa – avrebbe già superato la fase più acuta che, per quel tipo di malattia, congenita, è quasi sempre fatale già nei primi giorni di vita. È ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale del Sant’Anna, dove le infermiere se ne prendono cura. L’ospedale sta cercando una struttura che possa prendersi carico del neonato, che necessita di assistenza continua. Soprattutto dopo che avrà superato i sei mesi di vita.
L’Ittiosi Arlecchino è poco frequente: colpisce un neonato su un milione. Tant’è che non è neppure compresa nell’elenco delle malattie rare. La pelle si divide in grosse squame e chiazze – da cui il riferimento alla celebre maschera Arlecchino – e non può mai essere esposta al sole.
La Piccola Casa della Divina Provvidenza, storico luogo di accoglienza di Torino fondato dal santo sociale Giuseppe Cottolengo, si offre di ospitare e prendersi cura di Giovannino. Don Carmine Arice, Padre generale della Piccola Casa, conosciuta anche con il nome di Cottolengo, ha scritto una lettera indirizzata al bambino.
“Caro Giovannino – si legge –, quando questa mattina abbiamo letto la tua storia, così breve ma già così importante, ci è venuto subito nel cuore il desiderio di accoglierti tra noi. Sai, don Giuseppe Cottolengo ha voluto una casa proprio per quanti fanno fatica a trovarne una perché la loro situazione di vita o di salute era particolarmente difficile. E così vogliamo continuare a fare anche noi. Anche per te, caro Giovannino, vorremmo pensare un’accoglienza degna del valore infinito della tua esistenza, con tutto ciò che sarà necessario e nelle modalità che richiede una situazione così particolare come la tua: insomma una casa con persone che ti vogliono bene e si prendono cura di te fino a quando sarà necessario. Se poi ci sarà una famiglia, con un papà e una mamma che vorranno essere tuoi genitori, saremo contenti di affidarti a loro“.
Intanto è scattata una gara di solidarietà per trovare una famiglia a Giovannino. La Casa dell’Affido del Comune, insieme al Tribunale dei minori, valuterà le richieste di affido e adozione che, in queste ore, stanno arrivando da ogni parte d’Italia.
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