Agnese Piraino Leto, vedova del giudice Paolo Borsellino. Chi era la donna che non ha mai rinunciato alla lotta contro la mafia e alla ricerca della verità
Nata nel 1941 Agnese Piraino Leto non ha mai rinunciato ad assecondare tutte le scelte del marito Paolo Borsellino per quanto fossero difficili. Dopo la morte del marito nell’attentato di via D’Amelio diventa un simbolo della volontà di opporsi alla mafia. Diventa simbolo della sete di verità e giustizia.
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La carriera di Agnese Piraino Leto
La scelta più coraggiosa della vedova del magistrato è stata sicuramente quella di accettare, per amore del marito, anche la sua morte. Dal giorno di via D’Amelio, pur chiudendosi nel suo dolore, la donna fa del sacrificio del marito un ideale per cui lottare. Nelle interviste ricordava spesso che il marito lo sentiva che sarebbe successo. Racconta di come spesso usciva da solo perché non voleva rischiare la vita della scorta. Che rimane radicata in lei è sicuramente la sensazione che le ha dato il marito nell’uscire di casa quel giorno. Ricorda che aveva salutato tutti come se non dovesse più tornare. E da quel giorno si è rafforzata in lei la volontà di continuare la lotta del marito. La voglia di giustizia e di verità.
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La vita privata di Agnese Piraino Leto
La figlia dell’allora presidente del tribunale di Palermo sposa il giovane magistrato Paolo Borsellino nel 1968. Tre i figli nati dalla loro unione, Lucia, Manfredi e Fiammetta. Sia la vedova che i figli hanno sempre preferito mantenere un totale riserbo ad eccezione delle cerimonie pubbliche di commemorazione. Fu solo in occasione delle udienze del processo per i fatti di via D’Amelio che la vedova si lasciò andare confessando le preoccupazioni e le sensazioni del marito. Agnese Piraino Leto muore il 5 maggio 2013 dopo lunga malattia.