Stasera a Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio, saranno ospiti della puntata – accompagnati dal giornalista Roberto Saviano, i tre figli della giornalista Daphne Caruana Galizia : Andrew, Matthew e Paul
“Non dimenticherò mai quella corsa nei campi divenuti un inferno, cercavo un modo per aprire la portiera dell’auto, il clacson che suonava… Urlavo ai due poliziotti di usare l’unico estintore che tenevano in mano. Ho guardato a terra, c’erano pezzi del corpo di mia madre dappertutto. Ho capito che avevano ragione, non c’era più niente da fare. ‘Chi c’è in macchina?’, mi hanno chiesto. ‘Mia madre’, ho risposto. È morta. È morta per la vostra incompetenza”. È l’incipit di un post pubblicato sulla pagina Facebook di Matthew Caruana Galizia, il figlio primogenito di Daphne, la giornalista uccisa il 16 ottobre 2017. Anche lui, come la madre, giornalista del Consorzio di giornalismo investigativo che ha scoperto lo scandalo dei Panama Papers.
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La giornalista dilaniata dal tritolo aveva seguito l’inchiesta internazionale sui MaltaFiles. Secondo questa inchiesta, la piccola isola di Malta sarebbe diventata un paradiso fiscale all’interno dell’Unione Europea. Lei negli anni era diventata il punto di riferimento del giornalismo investigativo maltese. Tra i suoi obiettivi: il premier Muscat, finito nell’inchiesta fin da quando era all’opposizione, ma anche l’ex capo dell’opposizione, Simon Busuttil, ex leader del partito nazionalista. Lei è stata la prima a denunciare e a diffondere la notizia del coinvolgimento nei Panama Papers di Konrad Mizzi e Keith Schembri. Il primo, capo staff di Muscat e il secondo, ministro dell’Energia e della Salute. Tra le inchieste più recenti della reporter, il coinvolgimento di Michelle Muscat, moglie del primo ministro. La donna sarebbe stata accusata di essere la beneficiaria di una società con sede a Panama che muoveva somme ingenti di denaro su conti bancari in Azerbaigian. La giornalista aveva paura, tanto che, prima del suo assassinio, aveva denunciato alla polizia di aver ricevuto minacce di morte. Questo accadeva quindici giorni prima della sua morte. La giornalista pubblicava le inchieste sul suo blog. L’ultima l’aveva pubblicata alle 2.35, pochi minuti prima di saltare in aria a bordo della sua Peugeot 108, a pochi metri dalla sua abitazione.
La donna aveva tre figli: Andrew, Matthew e Paul Caruana Galizia.
Matthew nel corso di un’intervista rilasciata a Roberto Saviano per La Repubblica, insieme ai suoi fratelli, ha raccontato di quella mattina del 16 ottobre 2017: “Quella mattina, a un certo punto, mia madre ha ricevuto una telefonata e ha detto che doveva andare a un appuntamento, un appuntamento in banca. L’ho sentita uscire e dirigersi verso l’auto. Ma, dopo uno, forse due minuti, l’ho sentita rientrare in casa. Aveva dimenticato il libretto degli assegni. Ha preso il libretto e ricordo che è uscita. Ricordo il rumore dei suoi passi mentre si allontanava. Ho sentito la portiera dell’auto che si chiudeva. E poi quando ha messo in moto ed è partita. E non molto tempo dopo, saranno stati al massimo trenta secondi, ho sentito l’esplosione e sono saltato dalla sedia, perché ho capito subito cos’era quel boato. Andrew: “L’abbiamo sempre considerata una possibilità, ma poi ti convinci che non è così: cose del genere non erano mai accadute a Malta, non avevamo elementi per temere che potesse succedere davvero, ma in realtà non volevamo accettare questa possibilità. Eravamo convinti che ai suoi avversari bastasse cercare di rovinarla economicamente, di rovinarci la vita in altri modi. Nostra madre era anche oggetto di un’imponente indagine da parte del fisco, quindi a quel punto, francamente, erano così vicini al loro obiettivo, rovinarla economicamente, che ucciderla sembrava quasi superfluo. Paul: “Tutti noi siamo cresciuti convinti che, prima o poi, questione di tempo, sarebbe successo qualcosa di brutto, perché avevamo già subìto attacchi incendiari, allarmi bomba, minacce di morte. Nostro padre veniva perseguitato per ritorsione, per ciò che scriveva nostra madre, noi tre siamo stati presi di mira. Insomma, abbiamo sempre pensato che potesse accadere qualcosa, ma è un pensiero che rifiuti, dentro di te, perché è troppo terrificante”.
Serena Marotta
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