Si è svolto ieri il processo sulla richiesta di archiviazione sul caso Ilaria Alpi, la giornalista del Tg3, uccisa in Somalia insieme a Miran Hrovatin davanti all’hotel Amana, a Mogadiscio, in Somalia
Sulla richiesta di archiviazione del caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin il gip di Roma Andrea Fanelli si è riservato di decidere nelle prossime settimane in relazione alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Roma. Intanto si è tenuto un presidio in concomitanza con l’udienza che si è svolta ieri per chiedere di proseguire nell’attività di indagine per «almeno accertare la catena di omissioni e depistaggi su questa drammatica vicenda». Al presidio erano presenti, tra gli altri, la Fnsi, l’Usigrai, il Comitato di redazione del Tg3, Articolo 21, Libera, Libera Informazione, Amnesty International Italia, Ordine dei giornalisti del Lazio, la Rete NoBavaglio.«Ai giudici abbiamo consegnato l’accorata istanza di giustizia e verità dell’intera comunità dei giornalisti italiani», ha affermato Giulio Vasaturo, legale della Fnsi, Ordine dei giornalisti ed Usigrai, costituiti parte civile nel procedimento.
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L’avvocato Carlo Palermo, che insieme all’avvocato Giovanni D’Amati, è il legale che rappresenta la famiglia Alpi, scrive a proposito dell’udienza che si è svolta ieri sul suo profilo social:
“L’UDIENZA PER DISCUTERE L’OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DEL PROCESSO PER L’UCCISIONE DI ILARIA ALPI E DI MIRAN HRIVATIN
è “andata” con il PM che, anche dinnanzi ai nuovi documenti prodotti ed “entrati” ufficialmente nell’inchiesta (sui collegamenti con i casi Rostagno, Comunità di Saman, Jupiter/Giuseppe Cammisa, Mandolini, atti desecretati e ancora mai esaminati e atti ancora secretati come se fossero segreti di Stato, dichiarazioni di Mori e intercettazioni mai conosciute eseguite dalla vecchia commissione “Taormina”, traffici di armi e di rifiuti tossici tra Italia e Somalia dalla fine degli anni ’70, ecc.), ha insistito nella richiesta di archiviazione.
Ora nel processo a chiedere verità sono presenti anche sindacati e organi della stampa impegnati a rappresentare al Giudice l’esigenza di non chiudere questo processo di morti ammazzati e di depistaggi che solo secondo la Procura di Roma non sono esistiti, mentre tali sono stati definiti dalla sentenza di revocazione emessa dalla Corte d’Appello di Perugia che ha annullato l’unica condanna di un innocente che ha prodotto l’indagine della Autorità Giudiziaria di Roma.
Il giudice si è riservato di decidere giustamente ammonendo le parti, nel caso in cui fossero disposte nuove indagini, a non divulgare nomi e particolari di eventuali accertamenti.
ASPETTIAMO CON FORZA E CON SPERANZA
CHE CI SIA QUALCOSA DI RISERVATO E SERIO DA NON DIVULGARE
La mamma di Ilaria, Luciana, ha atteso una vita, inutilmente, per conoscere la verità su sua figlia, uccisa a 33 anni.
ASPETTIAMO LA VERITA’
E NON DIMENTICHIAMO L’ALTRA GIORNALISTA IMMOLATA SULL’ALTARE SACRIFICALE DEGLI IMPICCI DI STATO:
GRAZIELLA DE PALO
della quale parleremo a parte, perché la verità venga a galla.
BASTA AI SEGRETI DI STATO”.
Ilaria Alpi era nata a Roma il 24 maggio del 1961. Dopo aver conseguito la maturità classica, aveva studiato lingue e aveva un’ottima conoscenza della lingua araba. Nel 1990 aveva vinto il concorso in Rai, ma prima dal Cairo aveva collaborato con Paese Sera, con L’Unità e altre testate. Miran Hrovatin era nato a Trieste l’11 settembre 1949: fotografo e operatore di ripresa assassinato a Mogadiscio il 20 marzo 1994 in Somalia, insieme alla giornalista del Tg3 Ilaria Alpi.
Marzo 1994: era per Ilaria Alpi il suo settimo viaggio in Somalia. Insieme a lei c’era l’operatore Miran Hrovatin di Trieste. È stato il loro ultimo viaggio in Somalia. In quelle strade di Mogadiscio si perde il senso di verità e giustizia. Quella che per tanti anni è stata la battaglia di Luciana e Giorgio Alpi, che oggi non ci sono più. Due persone che con compostezza, nonostante il dolore per la morte della propria unica figlia, si sono battuti con e contro la giustizia nella speranza di arrivare a dare un nome e un volto agli assassini della loro Ilaria. La giornalista Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin stavano indagando su traffici illeciti che avvenivano in terra somala.
Serena Marotta
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