Una lettera anonima contenente un proiettile e indirizzato al Ministro ‘duce’ dell’Interno, Matteo Salvini, è stata intercettata ieri al centro meccanografico di Poste Italiane di Sesto Fiorentino. Dopo l’intervento della squadra di artificieri dei carabinieri, che ha ispezionato il plico, si è scoperto all’interno, un proiettile calibro 22 avvolto nell’alluminio. Sulla busta l’indirizzo composta da ritagli di giornale si legge: “Ministro duce, Matteo Salvini, Camera, Roma“. Al momento è stato aperto un fascicolo con notizie di reato verso ignoti.
“Oltre 100 minacce di violenza e di morte contro di me da quando sono ministro. Evidentemente le parole di odio di certa sinistra convincono certe menti malate, ma sicuramente non mi fanno paura. Anzi, mi danno ancora più forza e voglia di combattere criminali di ogni genere“. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini, commentando la notizia del ritrovamento di una busta con un proiettile a lui indirizzata.
Non è la prima volta che Matteo Salvini riceve lettere di minacce di morte o messaggi velati. Scritte sui muri. In passato il Ministro ha ricevuto lettere, ingiurie, messaggi in remoto sul proprio account o nei commenti. Poco più di un mese fa’, una busta con un proiettile calibro 9 indirizzata a Matteo Salvini è stata intercettata al Centro di Smistamento Postale di Roma. Il pacco non presentava affrancature, nessun messaggio né sigle di rivendicazione, fanno sapere fonti del Viminale. La risposta del Ministro dell’Interno: «Se pensano di spaventarmi, hanno trovato il ministro sbagliato. Io rispondo col sorriso, non mi fermo e lavoro con ancora più forza, con l’aiuto del buon Dio».
Alcuni giorni fa’, Lodo Guenzi, cantante della band Lo Stato Sociale e giudice di X Factor, commentava la scritta “SALVINI MUORI” «Questa scritta mi fa schifo. È davanti casa mia e ogni mattina spero di trovarla cancellata. Ci penso spesso al perché mi fa tanto incazzare. Al di là della miseria della frase, ricevere questo tipo di merda fa parte della vita di un uomo pubblico, in fondo se succede a me figuriamoci a lui. Eppure io questa scritta non la sopporto», dice Lodo Guenzi nel post sulla pagina della band. «Dovremmo lasciare ad altri queste cazzate – ha continuato Guenzi – le minacce di morte alle famiglie sinti a cui consegnano la casa popolare, gli ‘spero che i negri ti stuprino t***à a Carola Rackete, i ‘bruciamo i rom’».
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