La ONG Sea Watch ha fatto sapere di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento, affinché si valuti “eventuali condotte di rilevanza penale” da parte delle “autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso”.
C’è un braccio di ferro silente tra il Governo Italiano e l’Organizzazione Non Governativa Sea Watch. L’imbarcazione Sea Watch 3 è al momento è ferma a tre miglia dal porto di Lampedusa. Nelle acque di Lampedusa ieri la giornata è stata molto movimentata. Dopo aver lanciato una raccolta. La nave Sea Watch 3 non è più ferma fuori dai confini Italiani, come ha fatto nei precedenti giorni. Dopo aver lanciato un appello per una raccolta fondi ha sfondato il blocco ed ha fatto rotta verso Lampedusa. Il capitano tedesco dell’imbarcazione della ONG, con 42 migranti a bordo, ha deciso di entrare nel porto di Lampedusa, nonostante il no delle autorità locali di sicurezza.
La ONG Sea Watch comunica come riportato dall’Ansa “per il tramite dei suoi legali Alessandro Gamberini del foro di Bologna e Leonardo Marino del foro di Agrigento”, comunica di aver “trasmesso un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento per portare all’attenzione dei magistrati i tratti essenziali della vicenda, relativa alla presenza, davanti al Porto di Lampedusa, della nave Sea Watch 3, con a bordo, oltre all’equipaggio, 42 persone, tra le quali 3 minori non accompagnati, soccorsi il 12 giugno 2019 in acque internazionali, a circa 47 miglia dalle coste libiche”.
“Attraverso la ricognizione del caso già segnalata dalla comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, alla Guardia Costiera nella giornata di ieri», spiegano i legali, «si vuole contribuire alla valutazione circa la sussistenza di eventuali condotte di rilevanza penale, poste in essere dalle autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso, nonché demandare alla valutazione dell’autorità giudiziaria l’adozione di tutte le misure necessarie a porre fine alla situazione di gravissimo disagio a cui sono attualmente esposte le persone a bordo della nave”.
In buona sostanza l’organizzazione non governativa sta cercando un Pubblico Ministero, che valutando la condotta delle forze di sicurezza portuali, ordini alla Polizia Giudiziaria di far sbarcare i migranti, anche sequestrando l’imbarcazione che ormai è in acque Italiane. Intanto nell’ultimo tweet di Sea Watch, la ONG chiede un aiuto economico ai suoi sostenitori, postando tutti i canali per poter effettuare beneficienza.