L’ONG Sea Watch per forzare l’entrata in Italia lancia una raccolta fondi per pagare la sanzione di 50.000 euro prevista dalle Leggi vigenti.
Un appello per una raccolta fondi su Facebook dall’account istituzionale della ONG: “Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone salvate sul #seawatch3 in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti condanne in Italia.
Aiuta caro a difendere i diritti umani, condividi questo post e fai una donazione per la sua difesa legale: DE4306 0967 1239 3243 00. La capitana Carole Rackete: “sono responsabile per i 42 migranti salvati in mare e non ce la fanno più, le loro vite sono più importanti di qualsiasi gioco politico.”
L’annuncio fa’ presagire tutta l’intenzione del capitano della nave Sea Watch 3 di entrare in acque Italiane e forzare il blocco in virtù del decreto sicurezza bis nei giorni scorsi dalla Guardi di Finanza.
Ieri la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha rigettato il ricorso presentato dai Migranti a boro dell’imbarcazione per ottenere l’autorizzazione urgente allo sbarco in Italia. “Questa mattina – si legge in un tweet di Sea Watch – abbiamo comunicato ai naufraghi la decisione della Corte di rigettare il ricorso. Sono disperati. Si sentono abbandonati. Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell’Europa, dei loro diritti umani“. Amnesty International Italia denuncia che la vicenda Sea Watch è una strumentalizzazione politica.
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