Migranti imbeccati dall’ONG chiedono aiuto alla Corte Europea di Strasburgo

I migranti attraverso la ONG Sea-Watch chiedono aiuto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, una richiesta formale di intervento affinché sia consentito il lo sbarco sul territorio Italiano.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha ricevuto venerdì una richiesta di intervento a garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo, da parte dei migranti, attraverso la ONG. Nella richiesta si chiede lo sbarco immediato di tutti i migranti che da 12 giorni sono a largo delle coste di Lampedusa.

Lo comunica un portavoce della Corte di Strasburgo. Come riposta l’agenzia AdnKronos, La Corte ha posto delle domande in merito alla vicenda alle parti interessate, sia al Governo italiano che alla Sea Watch.

Rispetto alla notizia del ricorso urgente alla Corte dei diritti umani che non è stata diffusa da Sea Watch, commentiamo dicendo che effettivamente è stato fatto un ricorso non dall’organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i propri diritti umani alla corte europea“, afferma in un video Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch. In buona sostanza, l’organizzazione ha trovato un escamotage con un tentativo di richiesta a Strasburgo direttamente dai migranti. L’imbeccata, se così vogliamo chiamarla, dei volontari ONG ai migranti, potrebbe finalmente dire la “parola fine” su questa vicenda che ormai va’ avanti da oltre 12 giorni.

Ma non è detta l’ultima: noi della redazione crediamo che ci siamo un problema giuridico:

In particolare, il ricorso è stato fatto in riferimento all’art.3 che descrive quello a bordo come un trattamento inumano e degradante, e si chiede quindi alla Corte di indicare all’Italia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette in questo momento nell’interesse della tutela della loro dignità“, dichiara la Linardi. Ma l’articolo citato ed utilizzato dai migranti è corretto, ma in termini applicativi c’è un problema giuridico: l’art. 3 del CE.DU. può essere applicato solamente quando è accertato un trattamento inumano e degradante, ma esclusivamente se ciò avviene sul suolo della Comunità Europea. Trattandosi di una nave che si trova 15 miglia fuori dalle acque territoriali Italiane quindi fuori dalle “leggiEuropee”, non può essere applicata tale norma.

Monsignor Nosiglia: ‘La diocesi di Torino pronta ad accoglierli’

La diocesi di Torino è disponibile ad accogliere le 43 persone che sono a bordo della Sea Watch al largo di Lampedusa, senza oneri per lo Stato, perché al più presto si possa risolvere una situazione grave e ingiusta“. Così l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, al termine della messa per San Giovanni, patrono di Torino. “Come vescovo e come cristiano sento tanta sofferenza”, ha aggiunto invocando l’aiuto di San Giovanni “che ha sempre difeso i poveri“.

Noi ci siamo. Torino ha un numero abbastanza elevato di famiglie disposte ad accoglierli, è una particolarità specifica della nostra città, non ci sono solo realtà istituzionali o del terzo settore ma anche famiglie che hanno dato la loro disponibilità“, ha aggiunto l’arcivescovo. “Siamo pronti. Se il governo e il ministro sono d’accordo li andiamo a prendere e li portiamo su, ma credo sia una disponibilità che potrebbe essere accolta per trovare uno sbocco a questa situazione“, ha concluso Nosiglia.

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