Giudice ordina a una donna incinta di 22 settimane di abortire. Sentenza ribaltata in Appello

Un giudice britannico ha ordinato che venga eseguito un aborto su una donna con disabilità mentale. La donna è incinta di 22 settimane e contraria a perdere il bambino. Insieme alla mamma la donna disabile fa’ ricorso e la Corte di Appello ribalta la Sentenza.

Giudice ordina a una donna incinta di 22 settimane di abortire - meteoweek.com
Giudice ordina a una donna incinta di 22 settimane di abortire – meteoweek.com

Il Giudice Nathalie Lieven ammette nella sentenza del caso “straziante” che si tratta di una “immensa intrusione” per ordinare l’aborto contro la volontà della donna, ma ha sostenuto che è nel migliore interesse della donna. Sono profondamente consapevole del fatto che, per lo Stato, ordinare a una donna di avere un aborto, in cui sembra che lei non voglia, sia un’immensa intrusione”, ha aggiunto il Giudice. “Devo operare nei [suoi] migliori interessi, non sulle opinioni della società in merito alla risoluzione”.

La madre della donna, ex ostetrica, si oppone alla procedura di aborto e ha detto alla corte che potrebbe prendersi cura del bambino con il sostegno della figlia, ha riferito Sky News . Un assistente sociale che lavora con la donna disabile ha anche affermato che la gravidanza non dovrebbe essere interrotta. Ma il giudice ha detto che la donna non aveva la capacità mentale di prendere le sue decisioni, anche se sembrava voler continuare la gravidanza.

Penso che le piacerebbe avere un bambino nello stesso modo in cui vorrebbe avere una bella bambola”, ha detto, sottolineando che non ha compreso appieno cosa comporta avere un bambino. Ha inoltre aggiunto che avere un figlio sarebbe più traumatico per la donna che abortire, dato che non sarebbe in grado di prendersi cura del bambino a causa del rischio rappresentato dai suoi problemi di salute mentale. 

John Sherrington, vescovo cattolico di Westminster, dopo la prima sentenza aveva commentato: “Forzare una donna ad avere un aborto contro la sua volontà e quella dei familiari più stretti viola i diritti umani, per non parlare del diritto alla vita del nascituro. È triste e angosciante”.

La donna insieme alla madre fanno ricorso alla Corte di Appello, quindi ad un secondo grado di giudizio con un sistema urgente a tutela di una vita. I tre Giudici danno ragione alle donne, annullando il dispositivo del Tribunale di Primo Grado. Nei prossimi giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza. La polizia comunque sta indagando su come la donna sia rimasta in stato di gravidanza.

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