Poche ore fa’ è apparso un tweet da parte dell’ONG Sea-Watch Italy che denuncia il senso di responsabilità: “L’Italia ha la responsabilità di far sbarcare queste persone, nessuno dovrebbe tornare nella Libia scossa dalla guerra. Questi disperati devono essere sbarcati, è un obbligo sancito dalle norme internazionali”.
Il tweet denuncia apparso sul sito istituzionale della Sea-Watch. Da oltre nove giorni la nave Sea Watch 3, nave che batte bandiera olandese, fuori dalle coste Siciliane a 16 miglia da Lampedusa la Sea-Watch 3 non si è mossa di lì con 43 migranti a bordo. Con il decreto sicurezza bis, notificato dalla Guardia di Finanza, l’imbarcazione non ha potuto varcare le acqua Italiane. Anche il Tar ha respinto il ricorso con il quale l’ONG chiedeva di far sbarcare i migranti in Italia.
Anche le Nazione Unite hanno sensibilizzato tutti gli Stati membri a risolvere la questione e non lasciare in mare i 43 migranti. L’Agenzia delle Nazioni Unite ha ribadito: “Nessun porto in Libia può essere considerato sicuro in questo momento e nessuna persona soccorsa nel Mar Mediterraneo dovrebbe essere riportata in quel Paese. Sono necessari sforzi rinnovati per sviluppare un approccio regionale alla gestione del soccorso nel Mediterraneo e del successivo sbarco“.
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