Come nasce il vento? Una domanda semplice cui non sempre però si è in grado di dare una risposta corretta.
In questo articolo cercheremo dunque di fornire alcune nozioni sul fenomeno, da dove si origina a che conseguenze porta anche da un punto di vista meteorologico.
Nella formazione del vento ci sono due i fattori fondamentali che entrano in gioco: le masse d’aria e la pressione atmosferica. Il vento è infatti uno spostamento d’aria da una zona ad un’altra con pressioni differenti. Questo perché l’aria calda, essendo più leggera di quella fredda, tende a sormontarla creando un vuoto. Vuoto che deve essere riempito per rispondere ad uno dei principi fondamentali delle forze che governano la natura: la continua ricerca di equilibrio. Ecco che si crea dunque un moto, detto anche circolazione convettiva, dal basso verso l’alto e viceversa. A questo aggiungiamo il fatto che la Terra ruota ed ecco che lo spostamento, teoricamente verticale, viene a svilupparsi anche sul piano orizzontale creando il nostro vento.
Questa prima spiegazione risulta alquanto semplicistica; in realtà le varianti che compongono il vento sono molte di più ed ancora oggi sono diverse le teorie che studiano questo fenomeno. La superficie terrestre pone diversi ostacoli allo spostamento delle masse d’aria basti pensare ad un bosco, ad una città, ai monti, al mare. Tutti questi fattori determinano variazioni delle traiettorie e, soprattutto, di velocità e temperatura del vento.
Pensate ad una massa d’aria che si sposta ed incontra una montagna: la parte inferiore tenderà ad impennarsi, scorrendo lungo il pendio del rilievo, spingendo di conseguenza l’aria soprastante. In questo moto si genera una pressione tra le molecole che crea attrito ed il conseguente surriscaldamento. In questa situazione l’aria perde umidità man mano che si avvicina alla vetta. All’apice della sua salita l’aria risulterà più secca, si espanderà, aumentando di velocità, e verrà spinta verso valle sul versante opposto della montagna con una temperatura superiore a quella di partenza. Questo è, in grandi linee, l’origine del Favonio, o Fohn il vento caldo o di caduta tipico dei fondovalle.
Da questo semplice esempio si può intuire quanti principi fisici entrino in gioco nella formazione di un vento.
Ripensiamo ora a come si forma il favonio e proiettiamo quel concetto più in alto, nell’atmosfera. Anche qui ci sono molti fattori che determinano cambiamenti nel moto delle masse d’aria: Le correnti ascensionali determinate dall’evaporazione dell’acqua, le variazioni di temperatura legate alle differenti altezze, la densità stessa dei vari strati atmosferici. Tutto questo contribuisce a creare un movimento perpetuo di venti che soffiano in tutte le direzioni tutti regolati da leggi fisiche sul quale sembra fuori luogo addentrarci.
Sono così definiti per la loro caratteristica di seguire sempre la stessa traiettoria per tutto l’anno. I più noti sono gli Alisei che soffiano dai tropici verso l’equatore. Importantissimi per la navigazione a vela soprattutto negli scorsi secoli
La loro caratteristica principale è quella di invertire la loro di direzione in maniera periodica. I più famosi sono i monsoni che soffiano sul mar della Cina e sull’Oceano Indiano: verso terra d’estate, verso mare d’inverno. Stesso comportamento per i cosiddetti venti estesi che battono dal mar Egeo verso l’Egitto e viceversa. Anche le brezza è un vento periodico che varia la sua direzione però nel corso della stessa giornata. Le brezze si possono classificare in tre specie:
In questa categoria possiamo racchiudere tutti quei venti che si generano soprattutto nelle zone temperate per effetto dei vari vortici conseguenti all’incontro di perturbazioni cicloniche ed anti-cicloniche.
I venti che ci interessano più da vicino sono sicuramente quelli che soffiano sul bacino del Mediterraneo. Questi seguono ancora oggi la denominazione che proviene dalla Grecia Antica e sono raffigurati nella quanto mai nota rosa dei venti. Il punto focale di questa era, e lì è rimasto, al centro dello Ionio e siccome i venti vengono classificati in base alla direzione da cui provengono. Ecco, ad esempio il perché di alcuni dei loro nomi. Grecale perché proviene dalla Grecia che è posta a Nord Est dal punto focale. Libeccio perché arriva dalla Libia posta a sud-ovest. Scirocco perché arriva dalla Siria che è a sud-est.
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