Il terremoto è uno degli eventi/calamità naturali che più di ogni altro spaventa la popolazione. Arriva all’improvviso, fulmineo e senza possibilità di difesa. Spesso purtroppo anche con effetti devastanti.
La scienza che si occupa dello studio dei terremoti, la sismologia, descrive tali fenomeni come degli improvvisi spostamenti di masse di profondità della Terra. Questi movimenti generano una notevole quantità di energia che si propaga in tutte le direzioni sotto forma di cosiddette onde sismiche.
Ma perché e come si genera un terremoto? Sono diverse le teorie su questo fenomeno che ancora oggi conserva molte incognite. La più diffusa è certamente quella legata ai movimenti delle placche tettoniche. Nel 1911, dopo molte ricerche legate al terremoto che devastò San Francisco nel 1906, venne formulata la cosiddetta teoria del rimbalzo elastico.
La densità del sottosuolo terrestre varia sia per la profondità che per la sua composizione minerale. Tali differenze, legate alle grandi temperature ed ai gas presenti nelle zone più profonde del nostro pianeta, portano dunque ad un continuo ed impercettibile movimento del sottosuolo. Uno spostamento lento riscontrabile solo grazie a sofisticate strumentazioni, che modifica e rimodella gli strati sotto la crosta terrestre. Ovviamente tutto ciò crea forti pressioni, attriti ed energia che non sempre si sprigiona verso la superficie ma si accumula anche per centinaia di anni fino ad un punto di rottura.
Questo è il momento nel quale si generano il terremoto. Il superamento di questo punto di rottura sprigiona dunque, in una frazione di secondo, tutta l’energia accumulata che è in grado di spostare improvvisamente miliardi di metri cubi di roccia generando così onde sismiche ed il conseguente terremoto. Questa frattura che viene a crearsi può arrivare anche fino alla superficie terrestre. Viene chiamata anche faglia ed proprio in prossimità di queste che partiranno tutti i futuri terremoti di quella zona.
Il punto in cui si genera il terremoto viene definito ipocentro e corrisponde, sulla sua verticale, all’epicentro che è il punto sulla superficie terrestre dove generalmente il fenomeno è maggiormente avvertito. Maggiore è la vicinanza tra questi due punti e maggiore sarà l’effetto distruttivo del sisma. Esistono due macro-tipi di terremoti:
La quasi totalità dei sismi che avvengono sulla terra ferma, sono circoscritti in località ben definite. Le masse rocciose del sottosuolo, o placche tettoniche, come detto, sono in continuo movimento. Questo moto perpetuo porta, tra loro, a contatti anche violenti ed proprio lungo queste linee di contatto che si possono creare quelle faglie dal quale si generano i fenomeni sismici.
Per quanto riguarda quelli che avvengono in mare sono localizzati lungo le dorsali e fosse oceaniche. Alcuni terremoti sono poi generati dalle eruzioni.
I terremoti vengono registrati da appositi apparati denominati sismografi. Questi rilevano i movimenti anche più lievi delle zolle e li trascrivono in un tracciato dal quale si riesce a ricavarne le caratteristiche e la sua potenza.
La misurazione di un terremoto dunque viene effettuata attraverso due differenti scale di misurazione.
Prevedere un terremoto è ancora uno dei lati oscuri su cui la scienza non riesce ancora a far luce. Ci sono diverse teorie a riguardo ma sino ad ora nessuna ha permesso di evitare eventi catastrofici.
Una di queste si basa sullo studio del radon un gas nobile presente nel sottosuolo che non combinandosi con altri composti, rimane spesso racchiuso all’interno delle masse rocciose di profondità. Il moto e le conseguenti collisioni nei punti di faglia delle varie zolle provoca pressioni e fratture in queste favorendo la fuoriuscita del gas che, come tale si espande verso la superficie. La rilevazione di un sensibile aumento di Radon in alcuni punti può dunque indicare che nel sottosuolo c’è un improvviso aumento delle attività a livello di deformazione delle zolle tettoniche. Fenomeno questo che potrebbe essere indicativo di un’imminente attività sismica. Questa ad oggi risulta esser una delle teorie più percorribili per giungere all’ambita meta di poter sviluppare un modello previsionale attendibile per i terremoti.
Mentre fisici e sismologi si sforzano di trovare una soluzione alla previsione di un terremoto, esistono già oggi molte cose che si possono fare. Una su tutte fare prevenzione soprattutto in chiave edilizia soprattutto in zone a rischio sismico. Costruire, quindi, utilizzando tutti i criteri e le tecnologie messe a punto negli anni. Il Giappone è, in questo, uno dei massimi esempi di come si possa riuscire a convivere senza particolari danni con il fenomeno terremoto.
Palazzi ed infrastrutture edificati con tutti gli accorgimenti più evoluti garantiscono standard di sicurezza eccellenti anche in presenza di attività sismiche di magnitudo molto elevate. Spesso, purtroppo, è stata documentato, che proprio la negligenza, l’imperizia e la colposa stoltezza sono state la causa delle maggiori sciagure legate ad eventi sismici.
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