Lo stratwarming è il riscaldamento della strato dell’atmosfera terrestre superiore alla troposfera per capirsi quel luogo ove si generano tutti i normali fenomeni meteo. Questo riscaldamento, misurato tramite sonde radio atmosferiche, è classificato in tre categorie Minor, Mediuse e Major a secondo del grado di riscaldamento.
Questo riscaldamento si ripercuote fortemente sulle condizioni al suolo. E’ un fenomeno tipicamente invernale molto più frequente nel nostro emisfero che in quello meridionale. Le sue origini, al centro da anni di studi approfonditi, sono ancora affidate al campo delle ipotesi. Le onde planetarie e l’attività solare quelle più accreditate.
Come accennato, lo stratwarming, influenza fortemente la circolazione delle masse d’aria. Nello specifico, in questo periodo, stiamo assistendo ad un riscaldamento “Major” intorno ai 50°. Uno dei più elevati degli ultimi decenni. Tale innalzamento della temperatura della stratosfera nei pressi del polo sta creando una vasta alta-pressione che porta alla spaccatura, in gergo “split”, in due tronconi, del vortice polare. Il vortice polare, per chiarezza è quella vasta zona di bassa pressione quasi geo-stazionaria che orbita sul polo nord. La rottura del vortice polare sta portando ad una rapida discesa dei due tronconi di bassa pressione verso Sud. Questa anomalia porta maltempo, gelo e precipitazioni nevose molto intense soprattutto nella parte più meridionale dei due fronti.
La situazione di questo inverno è stata caratterizzata da un Gennaio con clima abbastanza mite con medie al di sopra del periodo. Questo era stato previsto grazie anche allo studio dell’indice NAO. Uno dei più controllati nella stagione invernale noto anche come indice di Oscillazione Nord Atlantica. Questo misura infatti la differenza pressoria che si crea sull’Atlantico settentrionale tra l’Anticiclone delle Azzorre e la zona di depressione dei quadranti islandesi.
Contrariamente un NAO negativo denota un anticiclone fiacco che favorisce la caduta verso la nostra penisola di correnti fredde. Negli ultimi anni i fenomeni che sono alla base di questo indice si sono spostati verso Est avvicinandosi dunque alle nostre longitudini. Ecco perché l’indice NAO è diventato così importante per determinare con anticipo la qualità delle perturbazioni che si dirigono sul bacino del Mediterraneo.
Questa situazione meteo porta con se tanta instabilità ed è stata la causa delle più gelide perturbazioni che hanno colpito tutta l’Europa in particolare nel 1929, 1963 e 1985. L’ondata di maltempo non durerà oltre i 15/20 gg trascorsi i quali i due fronti risaliranno per ricompattarsi sul polo. Quello che resta da sottolineare e che ricorderemo, tra qualche anno, è la straordinarietà del fenomeno di questo Febbraio 2018. Uno stratwarming di tale entità da provocare non solo lo split del vortice polare ma anche tutta una serie di stravolgimenti sulle circolazioni dei flussi anche alle medie latitudini che influenzeranno il meteo sino a primavera.
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